LE ORIGINI DI AMELIA
Le primitive migrazioni dei popoli sono partite, non vi è dubbio, dall'oriente, culla dell'umanità, di là arrivarono i primi abitatori d'Italia. Catone il Censore afferma che Amelia fu costruita l'anno 381 prima della fondazione di Roma, dunque nel 1134 a. C. Questa data avvalora l'opinione di chi ritiene che le mura poligonali, formate di grandi massi romboedrici, affacciati ed incuneati e connessi ad incastro e senza calce, siano state elevate dai Pelasgi; e che in antecedenza la città fosse munita di cinta ciclopica. La fondazione vera e propria di Amelia e' infatti da ritenere ad opera di un re di una comunità di nativi, detto Amiro od Ameroe che intorno all'anno 1134 a.C. scelse queste terre come dimora per la sua gente. Successivamente fu occupata dai Pelasgi, un popolo leggendario proveniente dalla Grecia, che non lasciarono altra traccia all'infuori delle mura poligonali; questi dovettero cedere il posto agli Umbri, soggiogati a loro volta dagli Etruschi. Dopo il 338 a.C. Amelia diventò Municipio sotto il controllo di Roma, con ordinamenti propri in armonia alla costituzione romana. Una delle nove vie militari romane, la Vejetana, poi detta Amerina, transitava per Amelia, diretta a Todi, Bettona, Perugia. Durante la dominazione romana, Amelia godette indubbiamente di un periodo di magnificenza; ciò si può facilmente evincere dai molteplici reperti storici dell'epoca rinvenuti (resti di terme, edifici, cisterne, ecc).
Fonte: www.guidacomuni.it
Cicerone, nella nota orazione Pro Sexto Roscio Amerino, denomina AMERIA la città. Sexto Roscio era un nobile di Amelia sostenitore di Silla nella guerra che lo oppose a Mario. Venne ucciso da un tal Crisostomo, su mandato dello stesso Silla, ma del delitto venne accusato il figlio per poter confiscare le terre alla famiglia. La difesa che ne fece il giovane Cicerone fu l’occasione per denunciare i mali della dittatura: il giovane fu assolto e il vero colpevole condannato.
clicca sulle immagini per ingrandire
Atlante era un gigante così robusto e forzuto che credeva di essere più potente del dio Zeus. Per punire la sua superbia, il dio lo condannò a salire nel cielo, per sostenere tutto il mondo sulle sue spalle. Sua moglie Pleiona e suo figlio Ameroe, per sfuggire all’ ira di Zeus, dovettero lasciare la loro patria e andare alla ricerca di un nuovo luogo in cui vivere. Iniziarono un lungo viaggio, attraversando pianure, vallate e grandi montagne. Viaggiarono così a lungo che Pleiona divenne vecchia e morì lungo il cammino. Ameroe dovette continuare da solo a guidare la sua tribù. Finalmente giunse nella zona vicina al grande fiume Tevere. Poco lontano trovò una collina dove il clima era piacevole ed i boschi erano ricchi di selvaggina e di sorgenti. Nella zona, in grandi cunicoli sotterranei, viveva però il popolo dei Ciclopi, grandi uomini con un solo occhio in mezzo alla fronte, che sapevano estrarre il metallo dalla roccia. La tribù di Ameroe dovette combattere contro di loro, riuscì a sconfiggerli e così si impadronì della collina. Ameroe vi fondò una nuova città, a cui diede il nome di Ameria. Un giorno incontrò una ragazza, figlia del capo del popolo sconfitto, che gli piacque molto. Così la sposò e visse con lei, nella città di Ameria, insieme ai suoi discendenti.
Lavoro pubblicato sul Gold dalle classi quinte a tempo pieno di Amelia a.s. 2008-2009
Lo scavo archeologico della necropoli dell’Ex Consorzio, nel 2001, si è rivelato di notevole importanza per lo studio del centro preromano e romano di Amelia: sono stati ritrovati resti di strutture riferibili ad un arco cronologico compreso tra il VII- VI sec a.C. e il II sec. d.C. Le forme vascolari ricordano modelli già conosciuti in ambito umbro-laziale della fine del VII-VI sec. a.C, mentre le oreficerie coprono un periodo compreso tra il IV sec. a.C. e la prima età imperiale. Lo studio dei materiali, ancora in itinere, darà un contributo fondamentale alla ricostruzione della storia di Amelia preromana: sicuramente già ora è possibile affermare che nel IV sec. a.C. la città era proiettata verso l’Etruria meridionale e l’agro falisco, con contatti frequenti con i centri della Magna Grecia.
Fonte: www.comune.amelia.tr.it
clicca sulle immagini per ingrandire